Trama e ordito

Benvenuti nel blog della Casina del Rocco laboratorio artigiano ma non solo... un luogo dove i racconti della montagna, del vento e della natura diventano i veri protagonisti.

lunedì 31 dicembre 2012

L'alba di un nuovo giorno

Mentre il vecchio 2012 sta per finire, mi sento in dovere di fare degli auguri speciali alla nostra Valle di Susa: una terra che amo da sempre e che è un pò come me, defilata, sobria e difficile da decifrare.  Amo l'asprezza dei suoi paesaggi che mi hanno accolta, i misteri del passato che urlano dalle pietre il diritto ad una cittadinanza in questo nostro presente; amo la bellezza del suo grande parco e delle sue montagne, la natura selvatica che tutte le notti irrompe nel mio spazio fregandosene dei paletti che io mi ostino a mettere a difesa del mio privato angolo di civiltà - ma quale civiltà?

Ma soprattutto amo i Valsusini e la loro lotta contro quel maledetto treno, una lotta incompresa e troppo spesso strumentalizzata: e mi commuove il coraggio della difesa di questa terra che anch'io amo e che è  futuro per i figli che già ci sono o che verranno. Proprio loro, i montanari con la schiena dritta e la testa ben fatta oltre che ben piena, questi Valsusini incazzati perché, loro sì che hanno le prove provate dell'inutilità delle cattedrali nel deserto, perché gli hanno devastato un angolo di mondo concentrando in pochi chilometri una quantità di mostri veleniferi da reggere il confronto con la più tremenda delle bolge dantesche, perché hanno studiato le carte e ormai conoscono tutto del loro territorio: sono imprenditori, impieganti, operai, geologi, fisici, meteorologi, musicisti, insegnanti, professori, avvocati, funzionari che hanno passato notti a discutere e cercare soluzioni, compromessi, un dialogo educato e un confronto franco...
 Perché, sì, i Valsusini sono persone educate, pacifiche e informate: alcuni vanno a messa la domenica e fanno veglie di preghiera affidando a Dio l'amore per la propria terra, altri più laicamente lavorano per abbattere i muri dell'incomprensione con pazienza e dedizione, qualcuno grida i suoi no con violenza e stupisce che a farlo non sia un ragazzo dal volto coperto, ma un vecchio nato in qualche muanda in una borgata abbarbicata ai fianchi della montagna, carico di anni e di esperienze, bruciato da questo amore per una terra che stenta a far riconoscere la propria dignità oltre il banale appellativo di "corridoio".
La Valle di Susa non è un corridoio, è la via Francigena, signori miei, da qui è passata la Storia: popoli, lingue, fedi, feste e carestie...
Qui tutti sono custodi di un pezzo di storia, di una leggenda, di un pezzo di bosco: qui il senso di appartenenza è particolarmente forte e c'è il desiderio di comunicarlo, contagiando anche il più pavido dei cuori. I Valsusini ti accolgono e rispettano anche le tue paure, non ti vogliono convincere a tutti i costi e non ti giudicano per le tue indecisioni; non altrettanto hanno ricevuto in cambio.
Certo fra di loro non ci sono santi e io non sono qui per assolvere gli errori che pure ci sono stati, perché è nella natura di tutte le storie, ma il mio pensiero in questa notte di fine anno è soprattutto per loro, che riderebbero di queste parole un pò retoriche e di questa difesa debole, troppo di pancia.
Del resto le carte, le assemblee, i cortei, i convegni sono lì a testimoniare il loro pensiero, spero invece che i Valsusini assolvano questa difesa appassionata e vera di quella che sento essere la mia Gente.
Auguri a tutti!

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