Trama e ordito

Benvenuti nel blog della Casina del Rocco laboratorio artigiano ma non solo... un luogo dove i racconti della montagna, del vento e della natura diventano i veri protagonisti.

domenica 22 aprile 2012

Nuove soluzioni?


Si scrive swapping ma si legge baratto e in tempi di profondo disordine monetario la storia economica ne ha fatto ripetutamente ricorso.
All’inizio furono beni contro beni, merci contro merci in una società che non conosceva moneta e che organizzava i propri scambi su base quantitativa, qualitativa e sul reciproco fabbisogno: storici ed economisti sono concordi nell’affermare che proprio dal baratto -e dai suoi limiti- siano nate le civiltà e l’economia. Il sistema come si è detto, pur rivelandosi efficace, presentava qualche problema, primo fra tutti, i vincoli di tempo: entrambe le merci scambiate dovevano essere disponibili nello stesso tempo e nello stesso spazio. Due prodotti, soprattutto agricoli, potevano essere scambiati solo se il tempo stagionale di maturazione fosse stato il medesimo.
Il cosiddetto baratto mediato o multiplo risolse il problema: una terza merce venne introdotta come valore-ponte, a garanzia  della disponibilità futura  e come rimedio alla deperibilità di una delle due merci: ancora non c’era consapevolezza, ma erano state gettate le basi per la nascita del denaro.
Con un salto temporale di millenni arriviamo agli anni 50 del secolo scorso quando comparve negli Stati Uniti il Corporate Barter , sistema di scambio che si concretizzò negli anni 70 , all’indomani di una crisi economica che aveva lasciato molte aziende con un surplus di magazzino non assorbito dalla domanda di mercato e con problemi di liquidità.
Oggi il baratto rientra nelle strategie di marketing di ben 500.000 società internazionali per aprire nuovi canali di vendita ammessi anche in Italia dai sistemi legislativi sotto la forma di “Compensazione multilaterale”.
Il baratto nelle nostre società, da fenomeno di tendenza, assume sempre più caratteri ecocompatibili e connotazioni di solidarietà, socialità e rifiuto del consumismo, forte del fatto che tutto risulta barattabile dall’abbigliamento all’arredamento, dagli accessori alle vacanze, ma anche prestazioni di lavoro e ore del proprio tempo.
In Italia a Torino, Milano, Roma sono nati negozi, attività e siti web dedicati al baratto dove è possibile trovare di tutto al motto Tutto si riutilizza, tutto si scambia e nulla si butta compresi lo lievito per forno a microonde o il biberon per roditori ma anche figurine, francobolli o… barche a remi: curioso è il fenomeno dei B.B.B., Bed&breakfast-baratto, strutture ricettive che offrono il soggiorno in cambio di lavori manuali da effettuare presso il B&B durante la Settimana del baratto, che si svolge da tre anni nel mese di novembre. È sufficiente avere una “lista dei desideri”, qualcosa da scambiare e il gioco è fatto.
Quando lo scambio diventa occasione di complicità, incontro, relazione di amicizia fondate sulla fiducia e sulla stima si può volentieri fare a meno del portafoglio, se poi c’è anche aria di crisi e ci sente un po’ più soli, allora il baratto può risultare persino terapeutico.  Suggerisco l’istituzione del baratto-party: un pomeriggio da trascorrere con gli amici o i vicini, provando a scambiare ciò che da troppo tempo è chiuso nello sgabuzzino e magari scoprire con sorpresa, che alla fine della giornata si è contenti in due. 

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